01 novembre 2007

Hic sunt leones

Questo il tema che avverto in questo momento, questo o quello, mah … che ne so. Comunque e’ del rumore che voglio parlare. Il rumore che disturba, disorienta, porta fuori strada senza capire, senza volere.

“Oggi, la ricorrenza di tutti i Santi, domani quella dei defunti, corollario delle giornate dedicate alla visita dei cari. I cimiteri sono presi d’assedio e c’e’ anche chi si lamenta per il rincaro sul prezzo dei fiori”

Fenomeno mediatico di un telegiornale spazzatura in cui bisogna pur parlare dello scontato, di quello che tutti sanno, di quello che tutti vogliono sentire. Il rincaro dei fiori … cazzo … dannata civilta’ del consumismo in cui cio’ che conta e’ che la mia tomba sia piu’ figa e ben tenuta della tua, perche’ in tal modo appaio piu’ bello agli occhi dei conoscenti … tralasciando il piccolo dettaglio che sono sotto un metro di terra e i vermi si stanno divorando allegramente il mio corpo.

“Vi prego, lasciate stare i morti, abbiatene rispetto!” E la polemica si accende nella proposta di un talk-show da quattro soldi in cui le fazioni destra e sinistra combattono a denti stretti, a suon di politichese, per affermare la supremazia del piu’ forte, del piu’ vistoso.

Ho in mente una parola che adesso mi piace: “grottesco”.

Il ripetersi consequenziale di un’onda che muta in intensita’ e frequenza perdendo una parte di informazione ad ogni iterazione. Un’onda ripetitiva, armonica, sinusoide imperfetta … rumore, solo rumore, semplice rumore.

Non un Boléro di Ravel, ripetitivo stilema di perfezione, nemmeno un Guernica dell’amico Pablo, caoticamente privo di ogni forma di rumore. Solamente insetti, formiche assatanate di un parcheggio che corrono affannose, si scartano, si affrontano, si scavalcano, magari solo per ritrovarsi nella stessa posizione da cui partono.

La chiesa contro Halloween e le zucche pagane contro il clero cristiano, chi vincera’ la sfida … boh … dolcetto o scherzetto?

Qui ci sono le belve, rispetto e pericolo, ignoto. Magari stasera, dopo tanta reclusione, usciro’ e andro’ a bere un birra, giusto per fare, come si dice, un po’ di vita sociale!

I miei morti li ricordo, non solo oggi, non necessariamente oggi. Sono pensieri, piume mosse da un vento in modo dolcemente calmo al di la’ di un luogo fisico o comune.

Fondamentalmente e’ una bella giornata. Di quelle con il sole ed il cielo limpidissimo, privo di nubi, sgombro. Una giornata fresca, ventosa, di un vento dispettoso che si diverte ad arruffare i capelli. Occhi chiusi o aperti.

Nessuna polemica, non ne ho diritto, non lo posso fare, sono un bravo cittadino di un sempre piu’ povero mondo.

“E il rumore, dov’e’ sparito?”

Qui dove saro’ ora, dall’alto della cima di una montagna, non lo sento. L’aquila che gira attorno a me lo sa e sa che io lo so, e si fida.

Qui dov’ero ora , in riva ad un mare mosso e deserto, l’acqua parla del silenzio e mi chiede di ascoltarlo, elegante, perfetto. Un rumore di fondo, rumore buono, l’onda … quella perfetta … sta’ arrivando!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ih, oggi son passato in moto per Verzegnis ed ho visto paschini per strada, ahah